Carne tremula. La notte dei morti viventi

Locandina originale del film
Locandina originale del film

 

Il 1968 è una data importante anche per il cinema. In quell’anno escono nelle sale La sposa in nero di Truffaut, Il pianeta delle scimmie di Franklin J. Schaffner, Rosemary’s baby di Roman Polansky, Partner di Bernardo Bertolucci, Bullit di Peter Yates, Faces di John Cassevetes, Hollywood Party di Blake Edwards e… La notte dei morti viventi di George Andrew Romero. Benché abbia girato altri film, il nome di Romero rimane legato a questo debutto e, soprattutto, agli altri titoli che formano la trilogia degli zombies (Zombi, 1978 e Il giorno degli zombi, 1985). Ma chi sono gli zombi? Sono dei morti viventi che si cibano di carne umana, anzi più che cibarsi verrebbe da dire che sono attratti dalla carne umana quasi allo stesso modo in cui un vampiro (cinematografico) è attratto dal sangue. Il semplice morso da parte di uno zombi provoca, in chi è stato “assaggiato” una lenta ma inesorabile mutazione. Questo comporta un grave dilemma tra gli umani: quando una persona viene morsa che fare? Lasciarla morire lentamente e poi ucciderla quando si è trasformata in zombi, oppure ucciderla subito, quando è ancora lucida e consapevole del suo gramo destino? La situazione tipica, nei film di Romero, è quella del gruppo che si trova segregato o rincorso (si fa per dire, gli zombi sono veramente slow) dagli zombi. In genere nel gruppo ci sono legami affettivi o familiari (moglie/marito, padre/figlio, fidanzati ecc) per cui uno dei momenti di maggior intensità emotiva (a parte quando gli zombi si cibano degli umani) è quando il marito di turno decide di uccidere la moglie nel momento in cui non è ancora zombi ma è già infetta, oppure quando si rifiuta di ucciderla nonostante i consigli (interessati) del resto del gruppo, salvo poi vedere la moglie trasfigurata che cerca di papparselo. Al cinema gli zombi avevano fatto la loro comparsa già negli anni Trenta con L’isola degli zombies del 1932, interpretato dal "maestro" Bela Lugosi, e negli anni Quaranta con Ho camminato con uno zombi del 1943 di Jacques Tourneur, il grande regista de Il bacio della pantera e de Le catene della colpa (ma erano zombi non affamati, legati ai riti voodoo haitiani: d’altra parte Romero nei suoi film non utilizza mai il termine zombi). Se La notte dei morti viventi aveva tutte le caratteristiche per diventare un cult movie (girato in b/n, a basso budget e attori sconosciuti, con protagonista un nero che rischia di essere mangiato dai bianchi: avrà voluto dire qualcosa Romero?) i successivi girati negli anni Settanta e Ottanta spostano il mirino sulla società dei consumi: quando il solito gruppo si asserraglia all’interno del super-super-supermercato, con all’esterno la massa degli zombi che lentamente cerca di entrare, è facile vedere una critica non troppo velata al fatto che i grandi centri commerciali sembrano essere un po’ diventati un luogo di ritrovo per zombi/consumatori inibiti e omologati. Tutti sicuramente abbiamo invidiato il gruppo che, preso il centro commerciale, si diverte a fare la spesa, a provare abiti, a passare da un reparto all’altro con l’unico imbarazzo della scelta. E tutti ci siamo sentiti (sentiamo) un po’ degli zombi, con il carrello in mano, in file interminabili davanti alla casse.

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