Il pasto nudo. Dexter

I titoli di testa in un film sono importanti. Mi è capitato di parlarne alcuni post fa a proposito della scomparsa di Saul Bass che è stato un maestro in ciò che può essere considerato un piccolo film nel film. Riuscire in pochissimi minuti a condensare temi e motivi di un intero lungometraggio non è cosa da poco. A volte può capitare che siano i titoli di coda a essere un piccolo capolavoro, come per esempio in Apocalypse Now, in altri casi possono essere angoscianti e criptici come la lunga sequenza di apertura di Persona di Bergman, che dura circa 6 minuti e che si collega a sua volta al celebre finale in cui la pellicola si incendia. I titoli di testa di cui vorrei parlare sono quelli di Dexter, il serial killer protagonista dell’omonima serie televisiva che tante soddisfazioni ci ha e ci sta regalando. Gli appassionati della serie sanno che gran parte della sigla iniziale è costruita sul presupposto che il cibo e l’atto del mangiare siano assimilabili a una forma di violenza. O meglio, la sequenza dei titoli mette in scena il semplice atto del mangiare come se fosse una sorta di rituale cannibalesco, esasperando la gestualità delle singole fasi che riguardano la preparazione di un pasto, con primissimi piani, rumori di masticazione amplificati e stridori di posate sulla ceramica dei piatti che mettono i brividi (gli stridori, non i piatti). E allora come mangia e come si prepara il cibo Dexter nella sequenza dei titoli di testa? Dopo aver ammazzato una zanzara sul braccio ed essersi raso la barba ispida (ovviamente tagliandosi, come dimostra la goccia che cade sul candido lavandino, forse una citazione da The Big Shave di Scorsese?), Dexter con un coltello (e che altro?) apre una bistecca incellophanata. La lama scorre, la superficie della carne viene leggermente rigata con piccoli sfregi. Quindi la infilza e la getta in un tegame, non prima di aver messo una bella noce di burro a sfrigolare. Una velocissima passata e il filetto è pronto, al sangue manco a dirlo, per essere addentato (i primissimi piani, anzi i dettagli del viso di Dexter, della bocca, dei suoi incisivi e del cibo abbondano). Poi è la volta di un uovo al tegamino. Il guscio che si rompe sul bordo del tegame, poi l’uovo sfrigola, il coltello lo taglia nel piatto, i movimenti sono velocizzati dal montaggio digitale, alcune gocce di ketchup completano la scena mentre forchetta e coltello stridono sulla superficie del piatto. Un buon caffè ci vuole adesso. Ecco una bella inquadratura dall’alto che ci mostra un macinacaffè che tritura (come in Fargo dei Coen) i chicchi, poi lo stantuffo di una pseudocaffettiera per caffè americano e l’acqua bollente, che ustiona, per poi passare velocissimi all’esecuzione cruenta e splatter dell’arancia. Tagliata a metà senza pietà, mentre gli schizzi nebulizzano l’aria, il coltello affonda, divide il frutto in due parti, pronte per essere immolate, schiacciate, spremute, torturate sullo spremiagrumi.

E’ buona educazione dopo qualsiasi pasto lavarsi i denti o almeno passare il filo interdentale. E questo Dexter lo sa. I polpastrelli stringono il filo a più mandate e poi fanno il loro sporco lavoro a cancellare ogni traccia interstiziale. Le parti dedicate al cibo finiscono qui perché poi inizia la vestizione: Dexter si allaccia le scarpe come se dovesse strozzare qualcuno e si infila la tshirt bianca come se stesse per soffocare una delle sue vittime.

La sigla è tra le più belle e originali di quelle che si possono vedere, soprattutto nelle serie televisive e, soprattutto, tra quelle di genere horror-criminale. La scelta di usare la normalità della preparazione e dell’assunzione di un pasto come metafora della personalità di Dexter è quanto di più vicino alla psicologia del protagonista, al suo modus operandi, tanto per usare la terminologia cara ai criminologi da salotto brunovespiano. Dexter è, all’apparenza, una persona normale. E’ perfettamente conscio del fatto che le sue azioni siano criminali, ed è conscio di avere, come lo chiama lui, un “oscuro passeggero” che lo induce a compiere il male. Grazie al padre adottivo ha imparato a indirizzare i suoi istinti violenti solo nei confronti di chi “se lo merita” e cioè assassini, stupratori ecc. Quegli istinti però non lo abbandonano mai del tutto. Ed è per questo che anche i semplici gesti della preparazione di una colazione diventano ai suoi occhi (e ai nostri di spettatori che conosciamo la vera personalità di Dexter) i raffinati preliminari di un omicidio.

Per i patiti, a questo link il découpage completo della sigla di testa.

 

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